L'ultimo viaggio di Gulliver (Epilogo)
Il giorno dopo, fresco e riposato come non mi sentivo da tanto tempo, mi feci accompagnare da Jolanta che mi attendeva impaziente; quando mi vide si illuminò tutta come una bambina in procinto di trastullarsi con il suo giocattolo preferito.
- Finalmente, Gulliver! Ricordi che ieri sera avevi promesso di aiutarci a ritornare spensierate e felici come le nostre nonne?
- Certamente, principessa. E tu ricordi che ciò è sottoposto ad una piccola condizione?
- Sì, non l’ho dimenticato.
- Ebbene, ecco la modesta ricompensa che ti chiedo in cambio delle mie rivelazioni: mi aiuterai a raggiungere le colonie degli Spagnoli che si trovano oltre la palude?
- Senza alcun problema: una mia guarnigione ti accompagnerà fino alle terre abitate dagli uomini del nord.
- Grazie Jolanta. Con piacere ti svelo il segreto per riacquistare la felicità. Forse non sai che guardiane della Grande Sorella tengono prigionieri dei giovani uomini nell’intrico della foresta. Tu e le tue compagne dovrete liberarli portandoli qui, nel vostro nascondiglio. Sarete dolci e gentili con loro; li abbraccerete e li bacerete come fate con le vostre bambine. Lasciate che questi giovani vi accolgano fra le loro braccia, fatevi carezzare, non respingete le loro manifestazioni d’affetto, qualunque esse siano. Sarà molto divertente, vedrai. Ben presto tanti bambini allieteranno le vostre modeste dimore: abbiatene cura e cresceteli con amore. Dovrete raccogliere anche i piccoli che le sorelle abbandonano ai bordi delle paludi. Li alleverete come i vostri stessi figli. Dovrete educarli e istruirli aiutandovi con i libri che vi procurerete presso gli Spagnoli. I bambini diventeranno uomini, ricostruiranno le case, le strade e le macchine; rifioriranno la scienza, la tecnica, le arti, i mestieri, l’agricoltura e i commerci; riprenderanno gli scambi, riacquisterete il benessere di un tempo. La Grande Sorella sarà scomparsa per allora e nessuno vi impedirà di riunirvi pacificamente con le altre donne che abitano la penisola. Così il maschio e la femmina torneranno ad essere necessari gli uni alle altre, con reciproca soddisfazione, assecondando il disegno della natura. Questo è il segreto della felicità.
- Ti siamo infinitamente grate, Gulliver di questo insegnamento. Vorrei che tu rimanessi qui, in Arkadia, ma capisco che desideri tornare a casa.
- È così, infatti. Del resto sono già vecchio e non potrei farvi compagnia per molto tempo ancora. Fammi portare oltre le paludi.
Il giorno dopo vennero allestite due piroghe e alcune giovani guerriere mi condussero, attraverso le acque, fino alle regioni del nord. Qui fui ospite dei coloni Spagnoli e, alla prima occasione, mi imbarcai su un veliero diretto in Europa; dopo qualche mese ero di nuovo nella mia cara, vecchia Inghilterra.
Ora mi sono definitivamente ritirato e posso fare un bilancio della mia vita. Ho riportato l’amore tra l’uomo e la donna - anche se in una terra sperduta e lontana che nessuno conosce - e ciò è un’impresa non da poco che supera tutte le altre per cui sono famoso. Posso ritenermi soddisfatto. Attendo serenamente di imbarcarmi sulla nave del Grande Armatore per il mio ultimo viaggio.
- Finalmente, Gulliver! Ricordi che ieri sera avevi promesso di aiutarci a ritornare spensierate e felici come le nostre nonne?
- Certamente, principessa. E tu ricordi che ciò è sottoposto ad una piccola condizione?
- Sì, non l’ho dimenticato.
- Ebbene, ecco la modesta ricompensa che ti chiedo in cambio delle mie rivelazioni: mi aiuterai a raggiungere le colonie degli Spagnoli che si trovano oltre la palude?
- Senza alcun problema: una mia guarnigione ti accompagnerà fino alle terre abitate dagli uomini del nord.
- Grazie Jolanta. Con piacere ti svelo il segreto per riacquistare la felicità. Forse non sai che guardiane della Grande Sorella tengono prigionieri dei giovani uomini nell’intrico della foresta. Tu e le tue compagne dovrete liberarli portandoli qui, nel vostro nascondiglio. Sarete dolci e gentili con loro; li abbraccerete e li bacerete come fate con le vostre bambine. Lasciate che questi giovani vi accolgano fra le loro braccia, fatevi carezzare, non respingete le loro manifestazioni d’affetto, qualunque esse siano. Sarà molto divertente, vedrai. Ben presto tanti bambini allieteranno le vostre modeste dimore: abbiatene cura e cresceteli con amore. Dovrete raccogliere anche i piccoli che le sorelle abbandonano ai bordi delle paludi. Li alleverete come i vostri stessi figli. Dovrete educarli e istruirli aiutandovi con i libri che vi procurerete presso gli Spagnoli. I bambini diventeranno uomini, ricostruiranno le case, le strade e le macchine; rifioriranno la scienza, la tecnica, le arti, i mestieri, l’agricoltura e i commerci; riprenderanno gli scambi, riacquisterete il benessere di un tempo. La Grande Sorella sarà scomparsa per allora e nessuno vi impedirà di riunirvi pacificamente con le altre donne che abitano la penisola. Così il maschio e la femmina torneranno ad essere necessari gli uni alle altre, con reciproca soddisfazione, assecondando il disegno della natura. Questo è il segreto della felicità.
- Ti siamo infinitamente grate, Gulliver di questo insegnamento. Vorrei che tu rimanessi qui, in Arkadia, ma capisco che desideri tornare a casa.
- È così, infatti. Del resto sono già vecchio e non potrei farvi compagnia per molto tempo ancora. Fammi portare oltre le paludi.
Il giorno dopo vennero allestite due piroghe e alcune giovani guerriere mi condussero, attraverso le acque, fino alle regioni del nord. Qui fui ospite dei coloni Spagnoli e, alla prima occasione, mi imbarcai su un veliero diretto in Europa; dopo qualche mese ero di nuovo nella mia cara, vecchia Inghilterra.
Ora mi sono definitivamente ritirato e posso fare un bilancio della mia vita. Ho riportato l’amore tra l’uomo e la donna - anche se in una terra sperduta e lontana che nessuno conosce - e ciò è un’impresa non da poco che supera tutte le altre per cui sono famoso. Posso ritenermi soddisfatto. Attendo serenamente di imbarcarmi sulla nave del Grande Armatore per il mio ultimo viaggio.
ODyno
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